di Federico Traversa
Se per uno strano gioco del destino fossi costretto a scegliere di essere qualcun altro e vivere dall’inizio alla fine la vita di un essere umano diverso da me probabilmente sceglierei di essere Willie Nelson.
E per svariati motivi. Intanto perché, come testimoniano i suoi amici, nessuno ride più forte e di gusto di lui. Mentre sto scrivendo queste pagine sta per compiere 87 anni ed è un marito, padre, nonno e bisnonno felice che trascorre 200 giorni all’anno in giro a suonare con la sua band e gli altri diviso fra il suo ranch nel Texax a contatto con la natura e la sua fantastica casa alle Hawaii dove, in compagnia della quarta moglie Annie (tranquilli dovrebbe essere l’ultima, ormai stanno insieme da quasi trent’anni), ama rilassarsi, coltivare cannabis di altissima qualità e comporre canzoni.
D’altronde puoi anche permetterlo se hai venduto oltre 100 milioni di dischi, sei il fuorilegge più amato d’America e a quasi 90 anni godi di perfetta salute. “The Last man Standing” come titola uno dei suoi ultimi album.
Senza dimenticare la sua lunga attività filantropica e l’impegno a favore di diverse cause umanitarie: per la pace, a sostegno delle fattorie a conduzione familiare, per il salvataggio degli animali, la legalizzazione della marijuana, i diritti LGBTQ o le cause ambientali
E poi vorrei essere Willie anche per un’altra ragione, probabilmente più stupida: è stato l’unico uomo di cui al momento si abbia notizia a essersi fatto una canna sul tetto della Casa Bianca insieme al figlio del Presidente degli Stati Uniti! Questo sì che è uno schiaffo al potere. E se non ci credete chiedete al figlio di Jimmy Carter cosa capitò quella sera del 1977.
Scherzi a parte, vorrei essere Willie perché pare sia una persona bellissima, disponibile, alla mano, che si comporta allo stesso modo sia che di fronte si trovi un titolato miliardario che l’ultimo punk rocker ubriaco del più sfigato club di provincia.
Uno a cui viene bene tutto, e che qualsiasi cosa faccia riesce a restare credibile; d’altronde uno dei suoi motti preferiti è: “Se te ne frega troppo non ce la farai”. Che poi è il modo cowboy per rimarcare cosa diceva il Buddha a proposito di uno dei più grandi veleni dell’umanità: l’attaccamento.
Eppure, oltre alla buona educazione ricevuta e a una linfa strutturale di primissimo livello, alla base di questa longevità disarmante, dei successi e della sincera gioia di vivere di Willie c’è un segreto. Nonostante sia texano, non si professi di una religione specifica e il suo genere musicale preferito sia il country (anche se non disdegna fruttuose puntata nel reggae) da decenni studia con impegno le filosofie orientali e, in particolare, applica i suggerimenti del Tao Te Ching. Si tratta della raccolta di versi in prosa del mistico cinese Lao Zi, anche se in molti mettono in dubbio l’esistenza del suo autore. Pare che il libro sia stato composto tra il IV e il III secolo a.C. ma anche lì vai a sapere… La leggenda narra che, stanco delle guerre fra i vari sovrani cinesi in cerca di potere, Lao Zi decise di allontanarsi dalla corte per vivere il resto dei suoi giorni in pace, lontano da tanta avidità e cattiveria. Partì così in sella al suo bufalo ma, arrivato al confine dello stato, venne fermato dal guardiano del valico. L’uomo riconobbe immediatamente il mistico e gli disse che non poteva andarsene prima di aver lasciato un segno tangibile del suo sapere. Lao Zi allora compose il Tao Te Ching. Finito di scrivere questo estratto di saggezza di 5mila battute lo consegnò al guardiano e se ne andò. Da allora di lui non si seppe più niente.
Una storia davvero suggestiva ma ancor di più lo è la lettura dell’opera, un concentrato di saggezza, filosofia e insegnamenti per vivere una vita piena e in armonia con le leggi di natura. E il nostro Willie da Abbott, Texax, invece di sgranocchiare pannocchie e leggere storie di mandriani ha fatto suoi gli insegnamenti del Tao molti anni fa e da allora li segue, adattandoli alla sua vita di rockstar e family man. Qualche anno fa ci ha fatto anche un libro, The Tao of Willie, che è stato un best seller in America.
Nel libro Willie spiega, in maniera molto ironica e chiara, cosa gli ha insegnato il Tao, in cosa crede e su quali principi basa la propria condotta; fornisce inoltre alcuni suggerimenti che gli sono stati utili per affrontare questa galoppata selvaggia che è la vita. Insomma, parafrasando Lao Zi, ci offre la “sua via”. E vi assicuro che raramente mi è capitato di leggere un testo così pregno di ironia, saggezza e buon senso.
Riassumendo, Mr Nelson, nel suo modo colorito di vecchio ragazzaccio texano con un quarto di sangue cherokee, ritiene che:
1 – Le cose che credi ti rendono la persona che sei. Esiste il potere del pensiero positivo
Una verità innegabile, e la fisica quantistica ce la spiega molto bene: l’osservatore influenza l’esperienza e l’esperienza influenza l’osservatore. Tu influenzi quello che vedi e quello che vedi ti influenza a sua volta. Andando più in profondità, anche quello che pensi ti influenza e cambia il tuo assetto mentale, proprio a livello chimico. Mi aiuto con un po’ di neurofisiologia studiata di corsa e con grande fatica. Ogni pensiero che facciamo, attraverso l’attività dell’ipotalamo, genera peptidi, che sono delle sostanze chimiche che si legano ai ricettori delle nostre cellule e le modificano. I peptidi vengono convogliati verso la ghiandola pituitaria, da qui nel circolo ematico e quindi in tutte le cellule presenti nell’organismo. Agganciandosi alle cellule i peptidi creano fenomeni fisiologici infinitesimali che possono tradursi in grandi cambiamenti nel comportamento, nell’attività e nell’umore. Queste sostanze chimiche si legano infatti ai ricettori e assumono il “controllo” delle attività della cellula, tra le quali quella di ordinare la composizione delle eventuali nuove cellule. La sconvolgente scoperta è quindi che molte nuove cellule sono generate in base a ciò che sentiamo e pensiamo! Ma c’è di più. Se la cellula riceve peptidi prodotti da pensieri negativi, quella nuova avrà più ricettori predisposti a ricevere peptidi “negativi” e meno ricettori disposti a ricevere peptidi “positivi”. Detto in maniera più semplice: le nostre cellule diventano dipendenti dagli stati d’animo che più produciamo. Per questo più ci facciamo coinvolgere da uno stato d’animo più il nostro corpo lo richiederà. Quindi quello che da secoli teorizzano le filosofie orientali e pure il buon vecchio Willie Nelson oggi è comprovato anche dalla scienza così detta tradizionale. Per questo sarebbe importante nutrirsi, sia materialmente che spiritualmente, di equilibrio e positività.
2 – C’è una saggezza presente all’interno di noi che ci guida.
Al di là della banderuola del pensiero, oltre l’animalesca serranda dell’istinto, esiste un luogo pacifico a cui possiamo attingere per trovare risposte equilibrate. Sting ce lo racconta molto bene nella celebre Let your soul be your pilot, quando dice: “Quando le preoccupazioni aumentano, quando la mappa che stavi seguendo ti porta a dubitare, quando non ci sono più informazioni e la bussola indica solo luoghi che non conosci, lascia che la tua anima ti indichi la strada. Ti guiderà bene”. Dentro ciascuno di noi esiste questo luogo calmo, imperturbabile e tranquillo. Ma va riscoperto, ravvivato e compreso ogni giorno. E il metodo per farlo, come suggeriscono i grandi saggi – e anche Willie nel successivo punto – è la meditazione.
3 – Il respiro consapevole è fondamentale, la nostra forma di meditazione.
Willie utilizza la respirazione per meditare, altri la ripetizione di un mantra, altri ancora la visualizzazione. Non è importante, sono tutte strade che conducono allo stesso posto. Grazie al respiro possiamo immettere energia divina dentro i nostri polmoni e attraverso il sangue verso il nostro cuore e la nostra mente. La respirazione può calmarci e metterci in contatto con il nostro spirito. Se tu ti concentri e ascolti il tuo respiro sentirai il suono di Dio. Quando inspiri porti aria nuova, ossigeno dentro di te, mentre quando espiri espelli ossido di carbonio per le piante e gli alberi che producono ossigeno per te. Secondo Willie, in ultima analisi, la logica del circolo della vita si può riassumere nel piantare un albero e respirare profondamente.
4 – Come ben sottolinea il Tao, Dio è ovunque e in ogni cosa, quindi puoi parlare con lui anche guardando dentro di te.
… … …
5 – Esiste la reincarnazione e la legge del karma.
Willie ci crede fermamente e, per quel che importa, anche a me sembra la spiegazione più plausibile. Secondo le filosofie orientali, le persone si reincarnano per effetto del karma. Ma cos’è questo misterioso karma? Certamente pare essere molto di più di una suggestione mistica; infatti possiamo riscontrare un applicazione scientifica del karma nelle nostre vite. Ogni azione è l’ultima di una serie di cause ed effetti che si susseguono nel tempo. Pensiamo, ad esempio, a una cosa che ci fa molta paura e destabilizza tutti noi occidentali: il terrorismo di matrice islamica. Ebbene, se pensiamo al terrorista e ai suoi atti scriteriati e analizziamo il tutto partendo da lontano, non potremo che renderci conto che l’azione scriteriata del deficiente che si fa saltare in aria è solo l’ultima conseguenza di una serie di azioni sbagliate, e che coinvolgono anche la nostra società, che partono dalle crociate oltre 500 anni fa e, passando per la colonizzazione di Africa e Medio Oriente, arrivano ai giorni nostri… e questo vale per tutti gli aspetti della nostra storia. La vita e i suoi vari cicli non si fermano e ripartono punto a capo, ma sono retti da una serie di azioni e dalle relative conseguenze. È il principio di azione-reazione, causa ed effetto. Nel Vangelo il concetto di karma è riassunto nel detto: “come semini, così raccogli”.
Si tratta di una catena inarrestabile e imperscrutabile. Troppi sono i fattori in gioco e le interazioni per comprenderla. Qualsiasi cosa tu faccia a livello relativo porta un effetto. Mangi cibo avariato e hai mal di pancia. Questo, in estrema sintesi e semplicità, sta alla base del concetto di karma. Ma attenzione, non è una punizione ma una conseguenza. La natura non punisce, sei tu che lo fai con le conseguenze delle azioni negative che hai scelto di compiere. Per questo bisogna pensare attentamente a quello che si fa, cercando di non andare mai a nuocere agli altri e contro le leggi di natura. Solo così l’equilibrio viene rispettato e si raccoglie un buon karma. Anche il karma, comunque, è collegato allo stress. Lo stress produce pensieri negativi, che producono azioni negative, che a loro volta producono karma negativo. L’eliminazione di stress, al contrario, produce pensieri positivi e quindi azioni positive e di conseguenza buon karma. È molto semplice.
6- Troppo spesso ignoriamo l’universale legge dell’amore e questo mette a rischio la nostra stessa vita e quella del pianeta che condividiamo.
Per il vecchio countryman è quindi necessario accordarsi alle leggi dell’universo, abbracciare e rispettare il mondo e tutti gli esseri viventi per crescere insieme. Non deturpare l’ambiente, non sacrificare il mansueto ciclo della natura in nome del profitto, essere attenti alle necessità del pianeta e di tutti gli esseri viventi. Il che porta al punto successivo, fra quelli nodali espressi da Nelson.
7 – Fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi stessi.
Questa buona regola è addirittura il comandamento più importante per i cristiani ma è presente in ogni religione. È una regola di comportamento che dovrebbe essere alla base della nostra vita.
8- Tutta la vita sulla terra è connessa l’una all’altra e c’è valore e bellezza in ogni cosa.
Come insegna il tao non c’è separazione, l’altro e parte di te e viceversa. Accettiamolo e saremo liberi e decisamente più propensi a perseguire il bene comune e a volare bassi con i voli pindarici del nostro stupido ego.
9 – È importante essere se stessi in barba alla così detta normalità. Non esistono persone normali, ci siamo solo io e te.
Accettarsi, perdonarsi, amarsi e andare avanti. Non c’è niente che non va in te, non c’è niente che non va in me. E la normalità? Ti starai chiedendo. E chi l’ha mai vista?
Infine la regola più importante, che li riassume un po’ tutte. Secondo Willie seguire la via del Tao significa vivere in armonia con se stessi, il mondo e tutte le creature che lo abitano nel pieno momento presente.
D’altronde questo vecchio cowboy con il sangue indiano che guarda all’oriente lo ripete ad ogni intervista: “Io davvero, più o meno, vivo un giorno alla volta”.
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