Ode a Giobbe Covatta, viaggiatore commosso che commuove

C’è un attore, scrittore, comico e attivista che da diversi anni in televisione si vede molto poco. Probabilmente è troppo intelligente per i palinsesti di oggi e quindi non lo chiamano. Non sia mai che oltre a una risata strappi al pubblico anche una riflessione. O magari è lui a non volerci andare più in TV, perché quando abiti il mondo “reale” – per lo più in Africa, spendedoti in tantissime iniziative umanitarie – il circo televisivo “feta” decisamente troppo.

Eppure, se vi interessano due dei passatempi più belli che il Signore ha concesso al genere umano – non pensate male sto parlando di ridere e pensare – Giobbe Covatta lo potete intercettare nei suoi spettacoli a teatro oppure potete leggere i suoi libri, sempre vendutissimi a partire da quel “La Parola di Giobbe”, vera e propria bibbia per noi giovanissimi dei primi anni Novanta, fino al più recente “il Commosso Viaggiatore”, uscito qualche mese fa per Giunti. Un testo, quest’ultimo, di quelli che restano, divertente ma “informante”, come nello stile di Giobbe e della moglie Paola Catella, che firma con lui libri e spettacoli da oltre trent’anni.

“Il Commosso Viaggiatore” racconta l’Africa di Giobbe e del suo gruppo di lavoro, cinque amici + una ( Paola o Mama Paula) accomunati dall’amore per il continente nero e dalla voglia di fare del bene. E loro, di bene, ne hanno fatto tanto, contribuendo non poco a migliorare le condizioni di vita di tanti africani, dal Sud del Sudan al Mozambico, dal Kenya all’Eritrea. Attraverso il racconto comico dei tanti viaggi di questa armata Brancaleone composta da guide incasinate, distinti ipocondriaci pieni di tic, ornitologi dai gusti culinari particolari ed altri pazzi assortiti, il libro ci svela scena e retroscena di un continente povero e meraviglioso, diabolicamente sfruttato prima dall’occidente e oggi anche da India e Cina, un continente dove manca tutto tranne la voglia di ridere perché in “svizzera avranno anche gli orologi ma in Africa abbiamo il tempo”.

E quando arrivi alla fine del viaggio e leggi l’ultima pagina, da un lato sei felice di aver imparato qualcosa di piu, dall’altro un po’ ti vergogni di essere occidentale. Ed è giusto che sia cosí. C’è un passaggio dove Giobbe racconta di quella volta in Etiopia mentre girava uno spot con i bimbi per Save The Children, correndo libero insieme a loro. Una mamma di quei piccoli gli si avvicinò e, con estrema gentilezza, candidamente e quasi sottovoce, gli chiese di non farli correre troppo perchè poi gli veniva fame e da mangiare non ce n’era. Sí, avete letto bene.

Ora corriamo a lamentarci delle tante “ingiustizie” subire dai nostri figli, se ci riusciamo…

Nota a margine: ho scoperto che i bracconieri vendono il corno di rinoceronte a 13mila dollari al chilo, soprattutto in Asia dove sono convinti che curi un po’ di tutto, dal cancro ai problemi d’erezione. Per la stupidità, invece, pare non esserci rimedio.

Nota a margine 2: sapere che Giobbe e i suoi sono ancora in giro a me lascia una certa tranquillità. Sempre avanti, ragazzi!!! Continuate a remare in direzione ostinata e contraria e restate, come diceva sempre il mio amico don Gallo, dei trafficanti di sogni.

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