CANNAPLASTICA E NON SOLO: LA RIVOLUZIONE GREEN ARRIVA A TORINO

Non facciamo in tempo a scongiurare una disgrazia che ne incombe un’altra. Tempi duri nell’Italietta targata 2-0-1-9. Mentre con un colpo di coda rispettabile e apprezzato il Sindaco di Torino e il Presidente della Regione Piemonte impediscono all’editore fascistello a caccia di notorietà di esporre al Salone del Libro, ecco il Ministro degli Interni focalizzare il suo odio sulla canapa light, i grow shop e tutto l’indotto legato alla cannabis legale. Al solito lui, da immenso statista, va in controtendenza anche rispetto al suo sodale Trump che, a dispetto di qualche slogan pre elettorale, a toccare un mercato così florido non ci pensa nemmeno. Eh sì, perché i reazionari Stati Uniti, su questo argomento, sono anni luce avanti a noi: l’hanno legalizzata da qualche tempo, e non solo in versione light, con più di un beneficio: vari Stati fatturano tantissimi soldi grazie alle tasse e, udite udite, il consumo di cannabis fra i giovani compresi fra i 12 e i 17 anni è sceso dello 0,42%.

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