In tempi di emergenze, la sostanza degli esseri umani viene fuori in tutta la sua spontaneità. Quando c’é di mezzo la pellaccia le maschere si staccano dai volti, spinte verso terra dall’agitazione, e quello che siamo si svela senza filtri né censure.
Da una decina di giorni ormai, il Coronavirus ha svelato con una virulenta alitata alcune tipologie di persone e schemi di comportamento del nostro amato popolo italiano.
Ci sono i responsabili, gente che, per dire, segue le direttive del governo ed esce poco di casa, evita i posti affollati, si lava spesso le mani ed ha eliminato i contatti ravvicinati con il prossimo. E se per caso sospetta di essere entrato in contatto col virus si barrica in casa per timore di contagiare qualcuno. I responsabili usano i social con moderazione, condividono solo le interviste dei virologi meno estremisti e nascondono la paura con un certo aplomb.
C’é chi, invece, fa l’esatto opposto e all’urlo di “ma che me ne fotte a me” si trasforma nello straordinario Maccio Capatonda di Italiano Medio. E allora esce, va in mezzo al casino, ti parla a due centimetri dalla faccia, si lava le mani solo quando piove, appoggia le labbra sui tavolini dei bar per misurare la temperatura della plastica e, se deve starnutire, prende la rincorsa, mani dietro la schiena e via. Tanto “che me ne fotte a me” . E se per caso gli tocca la quarantena? “Minchia, tutti a sciare che tanto è solo un’influenza!”.
Ci sono gli anziani terrorizzati che pregano che qualcuno gli faccia la spesa e non usciranno fino a ferragosto, e quelli arzilli e combattivi stile Space Cowboys che invece fanno tutto e anche di più perché, se son sopravvissuti all’asiatica, “a me chi m’ammazza”.
Ci sono i ragazzini che limonano tutto il giorno e quelli che non limonano più.
Quelli che “tanto é tutto un complotto ne fan morire ancora un po’ e poi esce il vaccino che già c’é, lo tengono lì per guadagnarci di più”.
Quelli che “tanto muoiono solo i vecchi e i malati”, e quelli che invece no, “é un virus terribile e ci fotterà tutti”.
Quelli che pregano e quelli che bestemmiano. Quelli che hanno paura e quelli che ‘m’porta sega’.
I virologi della domenica e i direttori sanitari del lunedì.
Fosse vivo Rino Gaetano riscriverebbe il ritornello della sua hit: “Ma il coronavirus ci rende tutti più blu”.
Oggi per la strada ho visto scene surreali, una mescola di atteggiamenti diversi che stridevano come uno che indossa il cappotto con bermuda e infradito. Mi spiego meglio: vado dal medico curante per farmi scrivere le medicine di mia mamma e c’é un cartello con scritto che per via del Covid-19 il dottore riceverà solo su appuntamento. Le scuole intanto sono tutte chiuse, mio figlio il grande non va all’asilo da un bel po’. Camminando becco due con la mascherina sulla faccia, insomma tutti segnali di una severa emergenza. Poi giro in un vicolo ed ecco una ludoteca. Aperta, con bambini che saltano e ballano tutti insieme al chiuso.
Altri dieci metri ed ecco gente ammassata al bancone di un bar, altro che un metro di distanza, nemmeno 20 cm. Per non parlare di un gruppo di rubicondi anziani che, davanti a vino e focaccia, si sfidano in una briscolata all’urlo di “in culo agli dei”.
Però la farmacia di fronte chiede ai clienti di entrare massimo due alla volta e ha finito disinfettante per le mani e mascherine.
Leggo poi che molti cantanti stanno continuando a fare i firmacopie dei loro cd nelle varie Feltrinelli o Mondadori che sia.
Ma che cazzo sta succedendo?
È un film di Fantozzi o una puntata di C.S.I.?
La Peste di Camus o Il Medico della mutua?
Noi italiani siamo incredibili, nel bene o nel male, e lo saremo sempre.
Ma anche nel resto d’Europa non vedo aquile. Ecco, a proposito di voli, su Whats App ricevo un link a un articolo parecchio inquietante: le compagnie aeree stanno consumando migliaia di litri di carburante per far volare aerei vuoti! Il motivo? Nascosto dentro le logiche economiche del nostro pazzo mondo, quelle che ci stanno facendo fracassare contro un muro. Le norme europee in vigore prevedono per le compagnie aeree che operano fuori dal continente di continuare a gestire l’80% delle rotte di volo a loro assegnate, altrimenti devono cederle ad altre, il che vuol dire che non si possono lasciare gli aerei fermi a terra ma vanno fatti volare anche se sono vuoti. Lo so, lo so, piccola Greta, fa più male a me che a te, ma questo è quanto.
Tornato a casa la mazzata finale me la da un amico su facebook che mi spedisce lo screenshot di una pagina del libro di tal Sylvia Browne, professione medium, ma di classe.
Nel suo “End of the Days” (in Italia è uscito col più rassicurante titolo “Profezie”), datato 2008, la Browne scrive: “Entro il 2020 diventerà prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché dopo aver provocato un inverno di panico assoluto sembrerà scomparire per altri dieci anni, rendendo ancor più difficile comprendere la sua causa e la sua cura”.
E con la profezia della medium per oggi chiudo le trasmissioni; spero di superare i prossimi due mesi e di rivedervi tutti al mare.
Un bagno a maggio, quest’anno, é doveroso.